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Descrizione

Delle origini e prime vicende di Soglio non ci sono informazioni certe. Il toponimo “Solium” esisteva già in epoca carolingia, ma si riferiva ad un insediamento ora scomparso che si trovava nella valle del Borbore, vicino a Vaglierano.

Ma che l’ attuale territorio di Soglio fosse stato popolato sin dall’ antichità è stato provato dal ritrovamento presso Casasco di una lapide romana del I secolo dopo Cristo, dedicata ad un certo Caius Hirpidus Minor. Per quelle zone, infatti, passava una strada che collegava Hasta (Asti) ad Industria (Monteu da Po) che secondo accreditate ipotesi arrivava da Cinaglio, passava attraverso Casasco, e poi a nord-est del territorio di Soglio nell’ incrocio denominato Bocchette o” Sette Strade” .
Per la geografia medioevale della Val Rilate, che annoverava tutta una serie di centri abitati di cui oggi rimane a testimonianza una chiesa o un vecchio cimitero, in una posizione collinare tra Casasco e le Bocchette di Soglio esisteva  un insediamento denominato dapprima Croce e poi Sancto Iorio o San Giorgio.

Croce, toponimo ancora esistente in quella zona, derivava il suo nome non dal simbolo cristiano, ma con ogni probabilità dal concetto di “incrocio”, riferendosi quindi proprio all’ incrocio costituito da tutte le strade delle Bocchette di Soglio. Del resto anche il toponimo “Istrada”, ancora esistente, si suppone derivare dalla prossimità con la antica strada citata.
Il primo riferimento al villaggio di Croce di cui si conservi una traccia è in una permuta del 1122 riguardante Casasco in cui testimone era un certo Johannes de Cruce, e la sua chiesa di S. Giorgio era citata nel registro delle chiese della diocesi di Asti del 1345. Essa dipendeva già dalla pieve di Piesenzana, come scritto in una bolla del 1165 del papa Alessandro II che confermava privilegi e poteri al capitolo di Asti, ed era soggetta al tributo di lire 10.

Del villaggio di Croce faceva anche parte il castello, la cui fondazione si fa risalire al secolo XII. Nel 1252 fu ceduto da alcuni signori locali ai Biandrate, che lo cedettero al comune di Asti, e da un documento del 1285 il feudo risultava appartenere ai figli di Emanuele Pelletta, consignore di Cortazzone. Nel 1387 Giacomino Pelletta acquista da Bartolomeo Selvatico la dodicesima parte del castello di Sancto Yorio (o Sancto Norio), nome con cui il luogo di Croce veniva già annoverato come astese negli statuti di Asti del 1379.
Ci sono poi alcuni indizi che oltre a Croce ci possa essere stato un altro insediamento nella stessa zona, e cioè sulla collina di S. Pietro. Il registro già citato delle chiese della diocesi del 1345 non fa alcun riverimento ad una chiesa di S. Pietro, ma c’ è la possibilità che potesse già esistere una cappella. Il verbali della visita pastorale del 1585 cita le chiese di S. Giorgio e S. Pietro come parrocchiali, anche se aggiunge che sono in rovina e non vengono utilizzate che per il cimitero. E gli altri verbali del 1623 e 1656 testimoniano che sul luogo di S. Pietro c’ era effettivamente un altro cimitero.

Occorre arrivare al 1416 per trovare la prima citazione riguardante Soglio. Si tratta di un documento che riguarda una convenzione tra i signori Pelletta e la Comunità di Soglio per il pagamento dei laudemi, che erano un tributo da pagare sulle compravendite delle proprietà. L’ importanza di questo documento, sottoscritto da 77 capi di famiglia, è quella di confermare l’ avvenuto trasferimento degli abitanti di Croce/San Giorgio all’ interno o presso il recinto del castello. Dal XV secolo ai secoli successivi di Croce non si parlerà più, infatti uno stradario di Montechiaro del 1451 fa già riferimento a Soglio col nome di Sorium. Ad oggi dello scomparso paese rimane il cimitero vecchio di Soglio, ormai abbandonato, con la chiesa cimiteriale di S. Giorgio ormai in rovina nonostante le varie ricostruzioni nel corso dei secoli.
Nel 1516 Giacomo Pelletta vendette la sua parte a Bernardino Novelli, ed a loro volta i Novelli vendettero nel 1561 ad Anselmo Asinari di Casasco. Nel 1577 Giovanni Domenico Pelletta cedette la sua parte a Giovanni Battista Crova, notaio di Murisengo, e due anni dopo Antonina Pelletta portava in dote la sua parte a Domenico Laiolo.
E Matilde Ignazia Pelletta portò la sua parte in dote nelle sue nozze con Gerolamo Natta, ed i Natta vendettero la loro parte nel 1710 ai Della Valle, i quali avevano già acquistato parte dei diritti dai Pelletta. La parte degli Asinari di Casasco pervenne nel 1716 a Gabriele Giovanni Battista Asinari Cisa di Gresy.

Nel secolo XVIII il feudo risulta quindi diviso tra i Pelletta, gli Asinari di Gresy, i Della Valle e i Crova.
Poco o niente si sa degli avvenimenti durante il periodo napoleonico, se non che dal 1807 i Crova rimangono gli unici proprietari del castello.

La loro dinastia si estinguerà con la morte nel 1838 di Alessandro Crova, già sindaco di Soglio, e della sorella Rosa nel 1840.




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