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Descrizione
Sotto le stelle di una notte di piena estate, nell’atmosfera sospesa nel tempo nel giardino Chiesa campestre di San Pietro in Vincoli, un’opera lieve per Tenco e Pavese.
E quante cose in comune hanno in comune? Tantissime, più di quante non si riesca a spiegare sulla carta. Sicuramente il coraggio di andare all’osso, la semplicità della voce poetica, il passo confessionale, il senso musicale della frase, la nudità del verbo e, di questo, l’essere così coraggiosamente esposto al banale. E poi, l’eterna fanciullezza, assetata d’ogni cosa e, dall’altra parte, la disillusione, la malinconia, quel triste pulviscolo che si posa sull’esperienza; il difficile “impegno” nel mondo; e ancora, la considerazione postuma davvero popolare della loro opera e della loro figura (sono lo scrittore e il cantautore di tutti e di un tempo che fu) e, infine, il suicidio, che per entrambi non fu solo un tragico dato contingente ma una postilla (pacificamente) possibile della propria parabola poetica ed esistenziale.
Partendo dal proprio vissuto di cultori ed estimatori di Luigi Tenco e Cesare Pavese fin dall’infanzia, muovendosi da esperienze familiari autentiche e suggestive, gli attori portano in scena le intersezioni da un autore all’altro, attraverso un viaggio sensoriale dove i confini sfumano e si contaminano, così come contaminato è il motore del racconto scenico: di volta in volta musicale, narrativo, evocativo, agiografico, canzonettistico, poetico, dialogico, scultoreo. La musica evoca, la canzone poeta, il verso suona in una creazione originale, lontana da operazioni di raccolta di successi per interposte persone.
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Pubblicato il 15/07/2025
Ultimo aggiornamento
15/07/2025 21:00